E’ uscito il numero 1 di Transumanze, voce delle proloco abruzzesi

Dopo il numero zero dello scorso autunno, di “prova” in attesa dell’espletamento delle formalità burocratiche per la registrazione al tribunale della nuova testata, è ora uscito il n°1/2023, di cui vedete qui a fianco la copertina. 

Nel ricco indice di questo numero:

  • Pro Loco storiche: Campli, Pro Loco aperta
  • La Sagra della Porchetta giunta nel 2022 alla 51ª edizione
  • Pro Loco storiche: Civita d’Antino
  • San Salvo e l’infiorata all’uncinetto
  • Il Carnevale castiglionese
  • “La Štorie”: canto carnascialesco in versi dialettali
  • La Tradizione dei talami di Orsogna
  • L’Abruzzo visto da fuori: la regione nello sguardo di Gadda e Piovene
  • Il culto di Santa Scolastica a Corropoli
  • Un’ancestrale via e l’attacco delle enormi formiche
  • Il cammino dei Saraceni
  • Dalla viva voce del popolo: Emiliano Giancristofaro
  • L’Aquila Capitale della maldicenza agnesina
  • Lu Sande Martine
  • La Cantina Sociale San Nicola
  • Il Servizio Civile Universale (SCU)
  • Vale ancora la Legge 398/1991 per le Pro Loco iscritte al RUNTS?

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“Transumanze”, voce delle Pro Loco abruzzesi

E’ nata Transumanze, la nuova testata destinata ad essere “la voce delle Pro Loco abruzzesi”, come ne recita il sottotitolo.

Il professor Gabriele Di Francesco, responsabile della Comunicazione per UNPLI Abruzzo, aveva dato anticipazione dell’imminente uscita in occasione del 9° Incontro dei Giornali Pro Loco, svoltosi il 2 aprile in quel di Caselle Torinese. Ed è stato di parola.

Il numero zero, in attesa delle procedure burocratiche di registrazione, è pronto e disponibile, con 32 pagine molto curate graficamente e splendidamente illustrate.

Nel primo editoriale  Gabriele Di Francesco (che della nuova rivista oltre che ideatore del progetto è direttore responsabile) spiega i legami fra la pratica della transumanza, inserita dal 2019 fra i beni culturali immateriali Unesco, e i territori d’Abruzzo, nonchè i significati odierni.  “Vivere in transumanza è anche trasmettere uno specifico know-how identitario alle generazioni più giovani, attraverso le attività quotidiane, garantendo la vitalità delle pratiche e dei pensieri. È infine anche turismo culturale esperienziale, per apprendere modi e stili di vita”.

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