Di passaggio a Terralba

E’ stata un’improvvisata, senza molto preavviso, quella di Silvana Menicali, presidente in carica della Pro Loco di Caselle Torinese, e di Gianni Frand, ex presidente e attuale membro del Direttivo, quella fatta alla Pro Loco di Terralba (OR). L’accoglienza è stata comunque splendida.  Pino Diana, presidente della Pro Loco terralbese, che vediamo nella foto con la moglie, hanno mostrato con giusto orgoglio la sede sociale e l’attiguo bel teatro comunale, che ospita molte delle iniziative culturali proposte dall’Associazione, che è anche editrice dell’unica testata giornalistica di matrice prolochese presente nell’isola.

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A Terralba il Premio Dattini 2021

Ogni anno, all’inizio di ottobre, in occasione delle festività in onore di S. Francesco di Assisi, le Pro Loco del Comitato Unpli Assisano promuovono il ”Premio Nazionale Francesco Dattini“. Le Pro Loco della regione che dona l’olio per la lampada votiva posta sulla tomba di S. Francesco partecipano al premio Dattini con l’intento di implementare la collaborazione tra Pro Loco geograficamente lontane, ma vicine nei loro ideali. Concorrono all’assegnazione del premio studi, pubblicazioni, raccolte fotografiche e prodotti multimediali realizzati dalle Pro-Loco ubicate nella regione prescelta.

Nel 2021 il premio, giunto alla edizione n° 15, era aperto a tutte le Pro Loco della Sardegna.

La giuria, composta dalle Pro Loco del comitato di Assisi, ha individuato come vincitrice del premio Dattini 2021 la Pro Loco di Terralba (Oristano), scelta per via della pubblicazione  del periodico “Terralba Ieri & Oggi”. A ricevere il premio il presidente della Pro Loco di Terralba Pino Diana, in una cerimonia in cui erano presenti il sindaco di Assisi Stefania Proietti, il presidente UNPLI Umbria Francesco Fiorelli e rappresentanti della famiglia Dattini.

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Da Marceddì a Lanzo Torinese

Marceddì è un piccolo borgo di pescatori, affacciato sul golfo di Oristano. In questo borgo si svolge la vicenda raccontata dallo scrittore sardo Davide Piras, che abbiamo già ospitato un anno fa, nella rubrica Piazze Amiche su Cose Nostre, per presentare il suo libro su Gigi Riva “Rombo di Tuono”.

Che connessione c’è fra Marceddì e Lanzo Torinese ce lo spiega lo stesso Davide Piras nell’articolo pubblicato sull’ultimo numero di “Terralba Ieri & Oggi”, unico giornale della comunità GEPLI ad essere presente in Sardegna. Un grazie per la segnalazione all’amico Pino Diana, presidente della Pro Loco di Terralba, del cui comune Marceddì è frazione.

Da Marceddì a Lanzo Torinese

Lanzo Torinese è un borgo vecchio più di mille anni, arroccato ai piedi delle Alpi Occidentali nelle Valli di Lanzo, a cinquecento metri d’altezza. Attraverso l’antico ponte del diavolo, costruito quasi settecento anni fa e divenuto celebre per le leggende demoniache che ne avvolgono la storia, Lanzo è stato il crocevia che permetteva alle diverse fazioni di raggiungere Torino evitando che ci fossero scontri tra i marchesi di Monferrato, i principi di Acaja e i Savoia. Nei sentieri di Lanzo passò per ben due volte la Sacra Sindone che per cinquecento anni appartenne appunto ai Savoia. A Lanzo visse a lungo Don Bosco, il quale insegnò nel collegio salesiano, e ancora oggi i suoi oggetti personali sono custoditi nella chiesa di San Pietro in Vincoli. Quindi luogo di Santi, Lanzo Torinese, giacché nel borgo si stabilì fino alla morte anche il Beato Federico Albert, fondatore dell’ordine delle suore vincenzine di Maria Immacolata, religiose dedite alla cura e all’istruzione degli orfani. C’è anche tanta letteratura che si intreccia con questo piccolo paese di 4800 abitanti divenuto città per meriti dopo la medaglia d’argento al valor militare ottenuta per la strenua lotta contro i nazisti. Nel 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale, Eugenio Montale passò sei mesi a Lanzo come controllore dei prigionieri austriaci condannati ai lavori forzati nelle miniere di talco. E Primo Levi, nel 1941, strinse amicizia con tanti abitanti del luogo mentre svolgeva abusivamente la professione di chimico nella vicina Amiantifera di Balangero. Lanzo ha dato pure i natali alla poetessa Ines Poggetto, una delle donne più attive durante la resistenza.

Passeggiando tra le chintane che bucano torri e vecchie ville signorili, si respira un’aria medievale che sembra resistere allo scorrere del tempo; Lanzo si muove a un ritmo compassato, con i suoi abitanti cordiali, le antiche botteghe, i pastifici, le scuole di ricamo, i musei, il crocchio dei grissini e dei torcetti tradizionali, infine il silenzio del gigantesco eremo camaldolese abbandonato a due chilometri dal centro abitato, quasi che questa costruzione divenuta poi ospedaliera avesse deciso di isolarsi per andare a morire in solitudine come fanno gli ultimi lupi rimasti nella zona, bestie più ostinate degli orsi rifugiatisi in altura per sfuggire all’impertinenza dell’uomo.

È a Lanzo, in questo luogo incantato, che si è svolto il Premio Letterario del Borgo Italiano 2021, una rassegna itinerante che va a interessare un borgo diverso in ogni edizione. Per potervi partecipare è necessario che l’opera abbia una caratteristica particolare: la trama del romanzo deve essere ambientata in un borgo realmente esistente, e attraverso il racconto devono emergere cultura e tradizioni del luogo. Da tempo seguivo con interesse il premio che negli anni ha guadagnato fama ed è stato capace di lanciare alcuni scrittori emergenti. Prima che scadessero le iscrizioni sono riuscito a concludere un romanzo al quale lavoravo da tempo e che era invece nato come soggetto cinematografico per un progetto ideato dalla Sardegna Film Commission. Il romanzo s’intitola “Mater Laguna” e racconta la storia di due giovani omosessuali che vivono la loro relazione durante il periodo fascista, un’epoca nella quale il Duce e il Regime negavano persino l’esistenza degli omosessuali, anche se quest’ultimi venivano perseguitati e seviziati senza fare proclami, con l’intento di sopprimere le loro inclinazioni ritenute malsane dai miliziani. L’opera è completamente ambientata a Marceddì, fatta salva per l’incipit che si dipana da Lollove a Terralba. Trattandosi di un romanzo che affronta temi importanti, scritto con un linguaggio ostico per taluni perché in alcuni dialoghi si rifà anche a un sardo italianizzato, temevo finisse schiacciato sotto il peso di opere più dirette e facili da leggere e analizzare. Non è stato così: la giuria presieduta dal giornalista e scrittore Bruno Gambarotta ha apprezzato tantissimo la mia opera, ed è rimasta affascinata dal nostro borgo di Marceddì, che io ho cercato di raccontare fedelmente. Ai primi di luglio sono stato avvisato che Mater Laguna faceva parte della terna finalista. Ospiti dell’organizzazione, dopo il volo Elmas – Caselle, con mio padre siamo stati sistemati in un meraviglioso hotel a Coassolo Torinese, un edificio storico che domina tutta la Valle Tesso. La sera del 17 luglio c’è stata una degustazione di prodotti tipici locali e poi ha preso il via la serata finale di premiazione. In presenza di ospiti come gli scrittori Paolo Roversi, Alice Basso e Anna Raviglione, si è tenuta una piacevolissima manifestazione con inframezzi musicali, mostre d’arte, danze medievali e sfilate in costume. All’annuncio finale, dopo un ex aequo con lo scrittore molisano Giuseppe Zio, con il bellissimo romanzo “Tra il cielo e il mare. Della vita e delle avventure di Michelangelo Saraceno” a lui è toccato il primo premio per la sezione inediti, mentre “Mater Laguna” ha ricevuto il premio della critica: un riconoscimento che mi inorgoglisce e mi rende fiero di essere arrivato fin lì raccontando la mia gente, i nostri luoghi del cuore come Marceddì. Assieme alla targa ricordo mi è stata consegnata un’opera d’arte preziosa, elaborata da una pittrice piemontese. Dulcis in fundo, l’editore partner del premio ha formalizzato la proposta di pubblicazione per Mater Laguna: una sorpresa, infatti la pubblicazione era garantita solo al vincitore della sezione inediti.

Non è la prima volta che arrivo in fondo ai premi letterari, ma in quest’occasione è stato diverso: quando il presentatore ha pronunciato le parole “Il premio della critica va allo scrittore Davide Piras e al borgo di Marceddì”, su quel palco ho capito che rappresentavo non solo me stessa ma tutto il mio paese e il nostro borgo di pescatori, che è stato capace di incantare una intera giuria di letterati. Quel premio non l’ho vinto io, l’ha vinto un romanzo che contiene tutta la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri luoghi. Come diceva lo scrittore russo Lev Tolstòj, se vuoi essere universale parla del tuo villaggio. L’ho ascoltato. Aveva ragione lui.     

 Davide Piras

 

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Covid-19 e i nostri giornali: Terralba Ieri & Oggi

Il semestrale della Pro Loco di Terralba, unico presente in Sardegna, esce usualmente col primo numero per Pasqua e col secondo per le feste di Natale. Ma quest’anno la brutta sorpresa del Covid-19. Ecco il messaggio ai lettori da parte della redazione:

Quando ormai la rivista era quasi completamente impaginata ecco la tempesta del coronavirus che ha stravolto la vita di tutti noi. Prevista per la settimana pasquale, l’uscita del giornale è stata posticipata con l’augurio che le restrizioni del Governo subissero un allentamento e potessimo riprendere a gestire la quotidianità con una ritrovata serenità.
Al momento che scriviamo non c’è certezza che l’auspicio si trasformi in realtà ma abbiamo deciso di mandare in stampa il giornale pur sapendo delle difficoltà della distribuzione dettate dal possibile protrarsi delle limitazioni di movimento personali e dalla chiusura della maggior parte delle attività commerciali e artigianali del paese.
Troverete la rivista nelle edicole, nella sede della Pro Loco, in decine di negozi convenzionati, ma, purtroppo, non in tutti i soliti punti di diffusione
che comunque potranno offrire la pubblicazione alla riapertura dell’esercizio”.

Nell’immagine di copertina, il costume tradizionale indossato da una modella terralbese durante la B.I.T. (Borsa Internazionale del Turismo) a Milano, a febbraio 2020

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1987-2017: l’unico giornale di pro loco in Sardegna festeggia la sua storia

Terralba Ieri ed Oggi: questo il nome della testata edita dalla Pro Loco di Terralba, l’unica presente in Sardegna.

Nel primo numero in uscita quest’anno si festeggiano i 30 anni di pubblicazioni. Nell’immagine di copertina le lettere del 30 sono composte con un caleidoscopio di immagini tratte dalle tante pubblicate, sulle copertine dei numeri dal 1987 ad oggi.

Scrive il direttore Gianfranco Corda nel suo editoriale: “Il giornale, fatto per i terralbesi e dai terralbesi, ha sempre avuto una spiccata propensione popolare ed è diventato uno strumento di dialogo e confronto, slegato da qualsiasi interesse politico ed economico… Le scelte di non perseguire scopi di lucro, di non richiedere finanziamenti agli enti pubblici, di non imporre un prezzo di copertina ma di richiedere un’offerta simbolica da devolvere in beneficenza, sono state da sempre prerogative basilari del giornale.”

La tiratura del giornale, 6.000 copie quelle stampate di questo numero, lo pongono fra i capofila di questo particolare tipologia di editoria. Aggiunge il presidente della Proloco Pino Diana: “Un grande ringraziamento voglio rivolgere a tutte le aziende che hanno utilizzato queste pagine per pubblicizzare e far conoscere le loro attività, consentendo a noi di reperire le risorse necessarie per la stampa. Un altro grande ringraziamento anche alle edicole e ai negozi che gratuitamente distribuiscono migliaia di copie della rivista.”

Chiudiamo con le parole del sindaco di Terralba, Pietro Paolo Piras: “Terralba si sente, o ancora vuole essere, una comunità. Noi vogliamo intercettare questo desiderio e dargli una risposta. In questa scommessa sta il senso di Terralba ieri & oggi, una rivista che ha scelto di porsi all’interno della comunità terralbese come un piccolo campanile dei nostri giorni per diventare luogo di espressione e sintesi delle sue istanze”.

 

 

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Da Terralba, Marceddì, un mare di bellezza e delusioni

logoE’ uscito il numero di marzo di Terralba Ieri&Oggi.

68 pagine su carta patinata, stampato in 5000 copie.
Ricchi di spunti i contenuti, fra cui:
– uno speciale sulla borgata marina di Marceddì, frazione di Terralba; il titolo “Un mare di bellezza e delusioni”
– una raccolta di pezzi (Le storie del 900), su “I caduti in guerra del 1917”, “1914, nelle abitazioni arriva l’acqua potabile”, “L’influenza spagnuola fa una strage: 195 i morti” e “1902, il paese sotto shock per un duplice omicidio”.

Arrivederci ad agosto per il prossimo numero della rivista, edita dalla Pro Loco di Terralba, unica testata di pro loco presente in Sardegna.

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