A Gualdo Tadino “Il nuovo Serrasanta” cambia look

Il Nuovo Serrasanta, mensile di Gualdo Tadino, dal primo numero di gennaio 2019, cambia look. Dopo 12 anni passerà al formato A4, formato rivista, ritenuto dalla direzione del giornale più consono alla tipologia del mensile. Con la riduzione del formato, raddoppieranno il numero delle pagine: da 16 a 32.


Il cambiamento formale è inserito nel più vasto programma di rinnovamento che la testata ha intrapreso all’indomani della scomparsa, lo scorso agosto, del direttore storico Valerio Anderlini, ora sostituito dal nuovo direttore Riccardo Serroni 
Così in un comunicato viene spiegata la scelta di questo cambiamento:

“Innanzi tutto la volontà di cambiare anche graficamente per dare un segnale di freschezza. Poi la necessità di rendere più razionale la disposizione dei testi e più facilmente gestibile l’impaginazione. Non muteranno, però, i contenuti. Il giornale proseguirà sul percorso intrapreso già da diverso tempo nella direttrice dell’approfondimento e del dare visibilità alle storie interessanti che riguardano la nostro comunità. Con un occhio che spazia anche sul territorio della fascia appenninica.”

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La Pro Loco: un buon editore?

Il titolo è volutamente un po’ provocatorio, e riprende un’analoga riflessione già esposta in un post di qualche anno fa.

Lo spunto per questo approfondimento arriva scorrendo l’elenco delle anagrafiche raccolte in questi anni da GEPLI. GEPLI, come noto, è il forum che sulla rete si occupa dei giornali nati in ambito Pro Loco. Alcuni di questi giornali però, nel corso delle loro vite, si staccano dalla casa madre Pro Loco e cominciano un percorso autonomo. C’è da chiedersi il perché. La risposta è che non sempre l’ambiente prolochese si rileva il più adatto per la vita del giornale. Il giornale ha bisogno di stabilità, di affondare le proprie radici all’interno della comunità e di stabilire un rapporto di credibilità con i propri lettori. E’ un percorso che dura anni. Questa stabilità nel tempo la Pro Loco spesso non riesce a garantirla: cambiano le persone, subentra un nuovo direttivo, quelli che avevano fatto nascere il giornale e se ne occupavano vengono meno. Il giornale viene lasciato morire. In qualche caso il giornale invece sopravvive separandosi come gestione dalla Pro Loco.

La conferma che quanto sopra capiti ci arriva dalle storie reali di alcuni di questi giornali. Ne raccontiamo qualcuna.

In Piemonte, due esempi. Il giornale Al Pais d’Lu nasce all’interno della Pro Loco di Lu Monferrato, nel 1976. Dopo qualche anno giornale e Pro Loco, per dissidi nella gestione, decidono di separare le loro strade, e il giornale allarga il suo raggio d’azione su altri comuni limitrofi.

Stessa cosa, ma motivata dalle sole esigenze di crescita, la troviamo spostandoci dalla provincia di Alessandria a quella di Cuneo, sulle colline del Roero: la testata Il Paese nasce anche lei nel 1976 presso la Pro Loco di Magliano Alfieri. Negli anni successivi la testata, per raggiungere le dimensioni sufficienti a garantire l’autosostentamento (il giornale non ospita pubblicità ma si sostiene con le quote di abbonamento dei lettori) si allarga progressivamente ad altri 6 piccoli comuni limitrofi; la figura di editore del giornale viene quindi spostata su un’associazione culturale che porta lo stesso nome della testata, e condivide con la Pro Loco madre la sede fisica.

In Umbria, a Gualdo Tadino, L’Eco del Serrasanta comincia le sue pubblicazioni ad opera della Pro Tadino da gennaio 1988, ma per problemi vari le uscite del giornale vengono sospese. Il direttore, e fondatore del giornale, Valerio Anderlini (scomparso l’anno scorso) fa ripartire il giornale nel 2007 come Il nuovo Serrasanta, edito dall’Accademia dei Romiti.

In Puglia, provincia di Brindisi, storia analoga per Il Punto: inizialmente testata mensile della Pro Loco di San Vito dei Normanni, ora è edita da un’associazione culturale che porta lo stesso nome del giornale.

Ultima storia, dalla Campania: quella de Il Caudino. Il giornale nacque nel 1986 come notiziario della Pro Loco di Cervinara. Così sono descritti, sul sito del giornale, gli anni successivi. “Le prime difficoltà, però, non tardarono a manifestarsi e vennero proprio all’interno della Pro Loco: pochi soci prestavano la propria disinteressata collaborazione, e molti erano, per contro, i censori. Ci rendemmo conto, allora, che il giornale poteva sopravvivere soltanto fuori dalla Pro Loco. Fu così che ci decidemmo a costituire, l’anno successivo, l’Associazione Culturale Caudium che rilevò il giornale”

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La Serra, nelle scuole

Al via nel Lazio, a Coreno Ausonio, il progetto CONOSCIAMO LA SERRA, sviluppato dall’associazione Pro Loco ‘Antonio Lisi’ di Coreno Ausonio, in collaborazione con l’istituto comprensivo di Esperia. Il progetto si ripropone di sottoporre assaggi di tradizione locale alle nuove generazioni  frequentanti la scuola secondaria di primo grado del plesso “Cesare Battisti” di Coreno Ausonio.

La Serra è il trimestrale edito dalla Pro Loco che accompagna dal 1986 la vita della comunità corenese, sia nel paese che nei vari stati extraeuropei (specie dell’America del Nord ed Australia) ove i corenesi emigrarono.

ultimo numero de La Serra, dicembre 2018

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Luese dell’Anno 2019

Ogni anno a gennaio, in concomitanza con la festa patronale di San Valerio, a Lu Monferrato viene assegnato il premio al Luese dell’Anno.

Vincitore quest’anno è stato Al Pais d’Lu, il mensile che da ben 43 anni accompagna la vita del comune monferrino e dei paesi limitrofi.

Queste le motivazioni, incise sulla targa consegnata al Direttore Valeria Verri:

Da oltre 40 anni, Al Pais d’Lu racconta la nostra comunità creando memoria e cultura. In riconoscimento del lavoro svolto e del percorso intrapreso nel dar voce alla Comunità Luese creando coesione sociale e culturale e una comune identità al nostro territorio, sapendo guardare oltre i confini comunali.

Lu, 20 gennaio 2019

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La pestanaca in cucina

Plumcake con pestanache e mandorle

Quest’anno, a Tiggiano, nel Salento, si è svolta l’edizione numero 20 della Sagra della Pestanaca, la particolare varietà di carota specialità di Tiggiano.

Dalla cronaca di quella giornata, scritta da Mimma Piscopiello sull’ultimo numero di 39° Parallelo, estraiamo la descrizione dei molteplici utilizzi di quella specialità in cucina.

“La serata del 18 gennaio è rimasta, anche quest’anno, fedele a sè stessa con l’offerta di delicate pietanze preparate con pestanache rigorosamente coltivate dal Direttivo della Pro Loco: gli ormai famosi ravioli con ripieno di pestanache, andati letteralmente a ruba durante la serata, le pittole alla pestanaca, la salsiccia con pezzi di pestanaca all’interno, un delicato plumcake con frosties alla pestanaca, la birra insaporita da questa particolarissima varietà di carota … Insomma, una dimostrazione pratica di quella che si intende per versatilità in cucina!”

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