E’ uscito il numero di dicembre del Guado , il semestrale edito dalla Pro Loco di San Pietro in Gu.
Una rivista in buona salute: aumenta il numero dei collaboratori, aumenta il numero delle pagine (che ora sono 64). Lo segnala nell’articolo di apertura il direttore editoriale Piersilvio Brotto, che abbiamo avuto il piacere di conoscere di persona nel convegno annuale GEPLI, svoltosi a Mortegliano (UD) lo scorso giugno.
Riprendiamo le parole
scritte sul numero 728 del Tornado (periodico quindicinale di attualità dei
comuni di Alano di Piave, Quero Vas e Segusino), in occasione del
raggiungimento dei 40 anni di pubblicazioni
La foto di copertina, scattata da Mauro Mazzocco, ritrae la gloriosa OLIVETTI M40 con la quale, nell’ormai lontano settembre del 1979, venivano “battuti” i primissimi articoli del Tornado, giunto ora al ragguardevole traguardo dei 40 anni di attività. La macchina da scrivere in questione (che fa ancora bella mostra di sé nella nostra redazione), unitamente al ciclostile, all’incisore elettronico e … ai trasferibili per i titoli, è stata ovviamente sostituita dalle nuove tecnologie (i computer e le fotocamere digitali per la composizione delle pagine e per l’impaginazione, cui provvediamo personalmente; i macchinari all’avanguardia della tipografia DBS di Rasai per la stampa). Quel che, a quarant’anni di distanza, è rimasto inalterato sono la passione e la dedizione che mettiamo nel fare il giornale (con tutti i nostri limiti, di tempo e di capacità), passione e dedizione che vanno di pari passo con l’affetto e l’incoraggiamento dei moltissimi lettori del Tornado, che sono la nostra forza e a cui va il nostro sentito ringraziamento in occasione di questo importante anniversario.
Continuano gli sforzi, da parte del glorioso mensile luese, per rafforzare la potenza di fuoco della redazione del giornale, e garantire così la continuità del giornale, a rischio dopo le dimissioni della precedente direttrice.
“Alla scoperta di un Sud inedito lungo la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese”, questo il titolo di un articolo pubblicato sull’ultimo numero de La Sorgente, periodico della Pro Loco di Caposele.
Caposele, come noto, è uno degli estremi di partenza dell’acquedotto che disseta la “siticulosa Apulia”, come la definì il poeta Orazio. Acquedotto realizzato con un ciclopico lavoro fra il 1906 e il 1915.
In tempi più recenti, sul tracciato dell’acquedotto, che sfrutta come noto la pendenza naturale fra Irpinia e Puglia, è stata realizzata una ciclovia. In parte ancora da completare.
L’articolo citato racconta dell’avventuroso viaggio, fatto su 5 tappe, da 42 cicloturisti toscani. Partiti da Caposele il 17 maggio, l’ultima sosta fatta nell’accogliente Ruvo di Puglia, dove in un ristorante del centro storico ricavato da un vecchio forno è avvenuta la festosa premiazione per chi si era distinto nel corso del picaresco viaggio. Infine l’ultimo strappo per arrivare a Trani, davanti alla maestosa cattedrale sul mare.
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